Archivi categoria: Testi poesie Giovinezza

Il gesto

Il gesto inizia
assurdo
ed impotente.
Muove lentamente
piano a perpetuare.
E dopo osato
si ricompone.
Di gesti assurdi
è, stanca, la vita.

dicembre 1976

Non ti farò violenza

Non ti farò violenza nelle forme
com’è l’usato inganno
da cui trae certezze
il mondo e consolata
dannazione, e morte.
Ti lascio intatta
verità palpabile,
chiaro mistero
di baci e carezze. E tu,  se puoi,
non rubare segreti
a un cristallo di sole.

luglio 1977

La vita (amore, morte, dolore)

Non voglio più leggere
i sonetti di Shakespeare
né i canti di Rimbaud
o Mallarmé da quando
ti ho veduta sparente
fra le aule dei Padri
della Chiesa
giacché arrecherebbero bruttura
alla linea di canto che
da te si espande in te -
mi piace pensarti
ineffabile
riconciliarsi in te …

e in fondo
questo solo basti a
una vita, alla mia almeno
il dire
io vidi il Bello

poi nulla

dune di cenere
ricoprono il tuo corpo
il vento le disperde e rade

Talvolta
mi consola il silenzio
infinito del Pensiero.

21 gennaio 1980

Ti ho veduta attraversare

Ti ho veduta attraversare
la città leggera
dei tuoi giovani anni
e chiara nel mattino
operoso

nuovamente incrociandomi
mi avrai diversamente
veduto giacché
dei miei giovani anni
andavo ubbriaco stanco

avevi gli occhi sicuri,
sicuri e fuggitivi,
dicevi “è ora, ora ch’è primavera…
di perdersi, di espandersi…”
ed eri bella e pùlita
nelle forme

pensavo – è questa una
quaresima di lacrime
e d’attese …

stupivo che un’altra stagione
negli occhi tu volevi esser me
ed ora io t’imitavo

tremavo
come nell’acqua stagna
un ramo stecchito
e nudo smuove
una corrente…

fine marzo ’80

Oh, com’è bella la città

Oh, com’è bella la città
dietro le vetrine di un bar
come una piramide di voli
di clacson e auto sull’asfalto
e di lumi per l’aria
e musica nelle orecchie
musica leggera
che dobbiamo imparare
per non restare fermi
e continuare a volare
a guidare e a suonare
clacson nella città che corre
dentro le vetrine di un bar
coi suoi colori gialli e rossi
nell’aria impazzita di
marocchina cosmopolita frenesia
nel villaggio globale
come una piramide di voli
l’uccello della pace
porta buone nuove
scorrendo il giornale
variando i motivi
bevendo pomeridiani
aperitivi…
perdendo nozione
come un ultras della vita
che riposa la giornata
a un tavolino della vetrata
dentro una piramide di voli
ascoltando musica leggera
solo un attimo da schianto.

25 marzo 1991

Spot

Spot spot spot
Alfa Citroen computer
IBM Adidas
piumino arancio
corre su motorino
nel traffico (robustoso
e forte)
Acqua Boario fegato
giovane con capelli
brizzolati passione
del calcio per ritrovarsi
la domenica
odore di petrolio
dai titoli di testa
e magazines opache
la mattina
fotoflash musicali

in Alfa Citroen
i tergicristallo
puliscono il parabrezza
dalla pioggia
(cade appena)

5 aprile 1991

Aprite le finestre

Aprite le finestre
al sole: è primavera.
E gli uomini di cose nuove
si rivestono, avanzano
per le strade d’aprile.
Che importa se tu non hai
lo sguardo
che impetra.
I giorni passano, incedono
maestosi e profumati
verso la definitiva
rivelazione.

12 maggio 1991

Anni ‘60

Gli anni ’60 sfilavano
col treno
il bimbo americano
con il naso in aria
la notte scendeva mitologica
di stelle nel cielo
… i pezzi jé-jé …
L’Enciclopedia Conoscere
insegnava la Geografia e la Storia
Attesa totale.
i fresbee volteggiavano
nell’aria come UFO
asfalto d’autostrade
e campagne, alla periferia
dell’urbe.

maggio 1991

Cerimonia del the

E mi ostino a cercare
lo sforzo che ripaghi
di musica briosa
e femminili archetipi.
Nello sbadiglio represso come
nella cravatta annodata
attendo la mia ricompensa.
La cerimonia del the
deve essere impeccabile
e solo allora svelerà
i suoi segreti.

l gennaio 1992

L’ora legale

L’ora legale impazza
e la primavera ti estenua
come un acquerello randagio.
Oh, come lontano però
il tempo di uscire,
di passarsi una mano fra i capelli!

30 marzo 1992

Viola Porsche cinesi

la bionda giapponesina
dal castello sovrasta
la grande via:
oscura la sera,
come un filo di perle,
dietro la porsche bianca,
livido il cielo annuvolato,
giallo status di questo
secolo, che ammalia
e intorbida ancora …

28 settembre 1992

Betty Boop

Betty Boop non siamo eroi
siamo uomini in coda
e fuori piove grigie anonime
vetrine saldi per tutti
Betty Boop aspettiamo
spesso in modo maldestro ma
così maldestro!
che venga il nostro turno
Betty Boop dolcissima fanciulla
senza età
siamo con te siamo come te
con quel sorriso stanco ma
paziente, la strada formicola
e noi Betty Boop
quante formiche per la strada Betty Boop
con bizzarri pigiama e impermeabili a strisce
come il tuo!
Che dolce Betty Boop:
lavori mangi e stai a
dieta, un po’ ti preoccupi
e un po’ vai al cinema.
Sei troppo distratta Betty Boop,
sempre stata così. E’ che le insegne
ti affascinano, le auto
coi fanali, i clacson
e il profumo di benzina super.
I tuoi passetti! Esitanti, timidi, poi
determinati. Siamo con te, siamo
come te Betty Boop, figurine
di carta ritagliate così,
con simpatia, e la nostra storia
è un dolcissimo cartoon.
Non siamo eroi, Betty Boop,
ma uomini in coda:

I love you

10 ottobre 1992

Domenica cubana

Domenica in amaca
fra banane e televisione
domenica cubana
sprofondata nel sole
anche se fuori piove
domenica fra vallette
aste e culinaria
(grattuggia grattuggia
melanzane),
e il dolcissimo “Corriere … ”,
domenica nel piacere
dell’ozio, senza programmazione,
domenica dopo il bagno caldo,
e il radersi la barba
senza più niente da fare
senza più niente da dire …
domenica con la telefonata
a un amico sul più
e sul meno
domenica senza pensieri
e senza amore.

11 ottobre 1992

Moralità

Il gesto morale è figlio
della scelta. E non sai
quanto costa. C’è un tempo
della vita in cui le opzioni
ti si offrono come somma
golosa, e tu vuoi solo
abbuffarti. Ma come suggeriscono
i ritratti del Moroni, Ingres
e il Tiepolo, lo sguardo si deve
fissare, concentrare, e l’uomo
deve eleggere.Nel poco sta
il bene o, meglio, il tutto.
E vorrei aver già scelto …

13 dicembre 1992

Specchio delle mie brame

Specchio specchio delle mie brame
chi è la più bella
del reame?
Specchio di musica
e stagno, specchio
di luna e di lame,
di bianche trine,
specchio di viados
argentini, di notte nera
e labbra rosse su microfoni
impazziti, specchio di musica
e primedonne sconsolate
statuine atteggiate,
note svariate fra Martini
e stazioni affollate abbandonate,
notte d’un tratto che sei
fredda di vento che soffia
piano, specchio delle mie brame
chi è la più bella del reame?

23 febbraio 1993

Oscurità

Scendo dalla valle
verso casa, nel buio
della sera. I fari delle auto
intercettano l’aria
come lucciole. Nel mio pellegrinaggio,
ora che incombe la notte,
presagio della meta,
conforto a tratti.

15 novembre 1993