Carlotta Sala

“Il giardino di mia madre”

“Il giardino di mia madre e altri luoghi” è una mostra fotografica, composta da circa 250 scatti, con cui Claudio Sottocornola ha voluto ricordare la madre scomparsa recentemente. Già dal titolo si intuisce che il ricordo della madre è evocato soprattutto dalla sua passione per le piante e da particolari luoghi e momenti che hanno segnato la vita dell’autore.
Nella prima parte della mostra ci sono fotografie riguardanti proprio il giardino. Molti scatti sono macrofotografie di fiori e piante. Il giardino viene presentato come luogo tranquillo e armonioso, distaccato dal caos cittadino. Il lento fluire delle immagini, la dissolvenza che le lega e la colonna sonora evocano lo stato di pace e serenità che sottolinea l’amore dell’autore per la madre.
Nella seconda parte invece vengono presentate varie immagini che rappresentano momenti e luoghi estremamente diversi tra loro: la città imbiancata da una leggera neve, il ritorno al mare, tramonti, il viaggio nell’America degli anni ’70… Questa sorta di album vuole illustrare quali sono i luoghi che hanno fissato nella memoria dell’autore l’immagine della madre.
Le fotografie della raccolta “Ritorno al mare” immortalano un luogo deserto e disabitato. Luoghi assolati che si contrappongono ai colori e alla vivacità del giardino.
In “Back to the 70’s in USA” ci sono foto di un periodo trascorso da Sottocornola negli Stati Uniti d’America. Le immagini sono dell’epoca e l’effetto che ne risulta è sicuramente di malinconia. In questa sezione i soggetti sono vari:si passa dai paesaggi di aperta campagna alle immagini caotiche di città come New York o Washington, DC.
Scatti interessanti sono quelli di “Paradise Lost”, in cui il tema del mare torna ancora una volta con fotografie scattate dall’alto, presumibilmente da una scogliera.
In conclusione la raccolta mi ha in parte coinvolta e in parte lasciata con delle domande… Supponevo di trovare delle immagini scenografiche e di immediato impatto visivo, invece ho assistito a un racconto minimalista e autobiografico, attraverso fotografie eterogenee. Questo ha un po’ condizionato il mio giudizio immediato, che esigerebbe una seconda più attenta visione.

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