Augusta Dentella

La vita è un dono

Che cosa può donare un docente ai suoi allievi se non il suo educare, il suo insegnare giorno dopo giorno i fondamenti della propria disciplina e della propria esperienza?

Eppure, vuoi il rapido incedere delle lezioni e delle nozioni da trasmettere, sembra a volte che il deposito di sapienza e di cultura che la scuola intende trasmettere agli allievi si perda in un territorio di nessuno, un limbo delle coscienze che, sole, ne restano mute e spesso inconsapevoli testimoni.

Questo deve aver pensato Claudio Sottocornola, ordinario di Filosofia e Storia a Bergamo, di cui andiamo ricostruendo l’opera, quando ha donato ai suoi allievi “The gift”, scritto pensato per trasmettere un “testamento minimo” ai giovani che, proprio nel loro affacciarsi alla vita e alle professioni, avvertono tutto lo smarrimento di una società non di rado cinica e inospitale.

In esso Sottocornola inanella tre saggi dedicati rispettivamente alla conoscenza, alla cura e al dono. Nel primo, “Scienza, sapienza e vita nell’epoca del pensiero debole”, attraverso una attenta analisi della storia del pensiero da Socrate ai giorni nostri, l’autore invita i giovani ad avere fiducia nelle possibilità della conoscenza, superando la conflittualità che sembra inserirsi nello stesso pluralismo culturale, a favore di un atteggiamento ermeneutico, capace di cogliere il meglio di quanto l’esperienza umana può offrire, convinto che elementi di valore si annidano in ogni posizione umana e teoretica.

Nel secondo scritto, “A proposito di cura, bellezza e responsabilità”, il docente propone una conversazione dedicata alla madre, rievocandone l’esempio di dedizione e cura, a partire dai luoghi della casa e del giardino, metafora del nido familiare, ma estesa anche all’esperienza del volontariato sul territorio nei confronti di anziani, ammalati, emarginati. Un modo per invitare i giovani, spesso totalmente assimilati ai propri processi di formazione, ad imparare l’arte di amare, la responsabilità, la dedizione, come fini prevalenti del processo di iniziazione alla vita:

Infine, nell’ultimo saggio che dà nome al volumetto, “Il dono”, mostrando attraverso il linguaggio dell’antropologia biblica e della grande tradizione spirituale il carattere ambivalente e contraddittorio dell’esperienza umana, tesa fra apertura all’altro e chiusura egoistica nei meandri dell’io, l’autore evidenzia l’equivalenza giovannea fra conoscenza e amore nel Nuovo Testamento – “Chi ama è nella verità” – per invitare i giovani a cogliere il carattere relazionale, strutturalmente aperto, e proprio per ciò intelligibile e amabile della realtà, una realtà che cresce come una cattedrale verso il cielo, nella direzione di una spiritualizzazione e universalità sempre maggiori, grazie anche ai nostri sforzi, a quell’impegno che il docente si sforza di suscitare nei suoi giovani studenti, a quella passione di ognuno che può rendere più bella e degna la vita di tutti.

Testo critico, per Famiglia in dialogo, 2012

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