Tra ritmo, poesia e canzone
Ci si può emozionare anche con una canzone di Sanremo. Probabilmente Claudio Sottocornola, docente di Filosofia e Storia al Liceo Mascheroni di Bergamo, noto al pubblico per la sua opera di rilettura e reinterpretazione di brani pop, rock e d’autore, è partito da questo assunto per la stesura di “Giovinezza…addio. Diario di fine ‘900 in versi”, una specie di “romanzo di formazione in versi”, e insieme rilettura del secondo ‘900, che raccoglie poesie scritte dall’autore dal 1974 al 1994, punto d’arrivo della sua indagine nel mondo della canzone e della cultura pop, presentato a fine aprile durante una lezione-concerto pubblica al Mascheroni. Di sicuro con questa opera si sfata un certo snobismo dei poeti professionisti verso i “canzonettari”, perché, come sostiene Mario Desiati, giovane poeta italiano, “nessuno potrà negare che tra musica e poesia c’è un punto di contatto originario che si chiama ‘ritmo’”.
“Giovinezza…addio” è una sorta di “romanzo di formazione”, o più semplicemente una raccolta di versi, ma anche un affresco dei decenni di fine secolo. Nel percorso compaiono i grandi simboli e personaggi del secondo Novecento. Il tutto alimentato però da una costante riflessione filosofica e, come già nei collage di “80’s/Eighties”, da una dimensione spirituale attenta al contemporaneo e al quotidiano.
Ma dal 1994 al 2001, e cioè nel passaggio di secolo e di millennio, Sottocornola sceglie di sviluppare altra metodologia di indagine e ci regala – allegato alla raccolta – il cd “L’appuntamento/collection”, venti canzoni registrate in studio, da “Ma l’amore no” (Galdieri-D’Anzi) a “Meravigliosa creatura” (Nannini-Redeghieri). Il discorso suggerisce mille problematiche: qual è, ad esempio, il rapporto fra poesia e canzone?
Sottocornola lo esprime con una voce che si adatta alle diverse situazioni, passando da timbriche vellutate e raffinate ad altre, aggressive e dissonanti, a rivalutare il ruolo registico e autorale dell’interprete.
Il nuovo Giornale di Bergamo, 18 maggio 2008