Vittorio Vinicio Riva

“Il giardino di mia madre”

Il filmato che abbiamo visto mi è piaciuto molto. All’inizio una miriade di colori e piante diverse, in diverse stagioni, che emanano vita, felicità in un clima tranquillo, privato e soave quale è il proprio giardino.
Poi appare qualche immagine, qualche spezzone della vita quotidiana di tutti i giorni e, per concludere, il tramonto: la fine di un giorno, di un ciclo. Il tutto ritmato da un musica semplice e lentissima che si ripete in continuazione, scandendo il tempo che passa, non si ferma mai e inesorabile procede senza mai fare una pausa.
Il fatto di ricordare, con un filmato, una mostra o comunque un percorso, una persona che si è persa è secondo me una cosa molto bella e degna di ammirazione, infatti nonostante questa possa essere un’azione normale e semplice, non è da tutti.
Io penso che il cercar di dimenticare la morte, la perdita di un proprio caro, per non soffrire (come sostiene chi fa ciò), sia assolutamente sbagliato, poiché la morte in quanto fatto naturale è inevitabile, ed inoltre non esiste cosa migliore del ricordare chi si è perso e celebrarlo.
I fiori in quanto vita, la quotidianità, il tramonto in quanto fine di un ciclo e la musica come tempo e ritmo, riassumono in un filmato quella che è stata l’esistenza di una persona, una donna, una madre, e contribuiscono così a ricordarla.

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