Amore-stella polare in tempi di crisi

di Irene Kalb

Chi è Claudio Sottocornola, l’autore di “Stella Polare”? Un vero “ uomo universale” dei nostri tempi, un uomo della società contemporanea con le sue inevitabili luci ed ombre, qualità e contraddizioni (come scrive Daniel Dragomirescu), ma per me è soprattutto un caro collega, un amico.

La proposta di presentare il suo ultimo libro mi è giunta inaspettata, seguo le sue lezioni-concerto, ho letto molti dei suoi scritti, ma come parlare del suo ultimo lavoro?

Forse proprio facendo parlare lui: “Ho voluto chiamare questa raccolta di scritti, interventi, conversazioni, ‘stella polare’ perché più che mai abbiamo bisogno, in questo buio antropologico, di affidarci a una qualche stabile luce, ormai rintracciabile solo negli abissi della nostra coscienza, nei suoi sforzi di autenticità e coerenza più gravosi”.

È vero, Claudio ci prende per mano, come fa con i suoi allievi, e ci guida alla ricerca, lui che dice di “essere stato infastidito” nei suoi primi anni di insegnamento, dalla figura e dal pensiero di Socrate, troppo impegnato in un cercare che sembrava senza fine, come “un viaggio senza meta, un enigma senza soluzione”; ora Claudio ci invita ad intraprendere un viaggio con lui, a cercare di risolvere l’enigma che ci avvolge.

“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta” dice Socrate e Claudio ci dona la curiosità della ricerca, l’amore per il prossimo attraverso l’amore di sé, l’apertura agli altri attraverso la scoperta della propria identità.

Ci svela intimi segreti, dolori che hanno attraversato la sua vita ma dai quali ha saputo trarre nuova linfa e forza per addentrarsi alla ricerca della verità.

La via maestra mi è sembrata la sua vocazione di educatore, non un professore nozionistico ed arido, ma un maestro che è in grado di indirizzare ed educare l’allievo, un docente che l’alunno ricorderà, come lui ricorda il suo maestro “unico” delle elementari o il suo professore del liceo.

Non è necessario leggere questo libro in modo lineare, i percorsi possono essere diversi, si può saltare da un saggio all’altro, seguendo il bisogno del momento, la voce guida si adeguerà al nostro sentire, ci mostrerà i pericoli e ci porterà fino alla meta.

Ci svelerà le false stelle polari, prima fra tutte quel Dio-Vitello che è l’economia, il mercato, la “manifestazione più eclatante di un antropocentrismo radicale”: siamo diventati ininfluenti rispetto ai parametri di produzione e consumo e ci sentiamo liberi proprio quanto più siamo asserviti ai bisogni indotti dal mercato.

Non è il mercato la stella polare, non è il Pil o lo Spread la luce che deve guidare la nostra rotta, dobbiamo indirizzare il timone verso l’Altro, il senso, il tendere a qualcosa di più grande e di più bello, da non tenere però tutto per noi, da condividere.

Claudio (mi piace continuare a chiamarlo così, non l’autore, non il Prof. Sottocornola, ma un amico con cui condividere la strada) ha trovato la sua prima stella polare nella madre, una madre presente ma non ingombrante; ci svela con pudore e tenerezza quanto bruci ancora la ferita della sua perdita, ma anche quanto di lei sia rimasto nel suo essere come lui è ora; ci apre alla meraviglia infantile dei doni di Santa Lucia, perché è così che il dono, quello vero, quello pensato, quello che è simbolo di amore, è entrato nella sua vita, insieme al mistero del Natale, al profondo enigma del sacro.

Vi invito a leggere il profondo accostamento fra il feto di “2001 Odissea nello spazio” e il Presepe, potrà sembrare azzardato, ma la magia del Natale non è il Babbo Natale della Coca Cola, è la sua eterna storicità, il nascere ogni volta nuovamente e  poi ancora, ancora … …

La madre come stella polare, certo, come guida verso i veri valori, quelli dell’educazione, del rispetto, della crescita individuale e sociale allo stesso tempo.

Ognuno di noi ha il suo percorso, per un vero educatore gli alunni non sono vasi da riempire, ma fiori da coltivare, come quelli fotografati con sapienza ed immenso amore ne “ Il giardino di mia madre”.

L’approccio di Claudio ad ogni ambito della conoscenza è sempre stato ermeneutico, interpretativo, non dottrinario, anche in questi saggi non troveremo risposte definitive, ma solo spunti, consigli, indicazioni.

Gli ambiti di ricerca sono davvero a tutto tondo, sacro e profano si incontrano, decidono quasi di percorrere insieme la strada, l’essere cristiano di Claudio fa parte del suo essere uomo, fa venire a galla i suoi dubbi: come non ricordare il contributo alla “Questione omosessuale in Occidente”, come non essere d’accordo con lui sulla terza ala con la quale il mondo deve ormai spiccare il volo? Non solo le ali maschile e femminile che tentano di prevaricarsi a vicenda, il mondo potrà davvero volare se darà respiro e spazio alla terza ala, la “componente omoaffettiva”.

Ma – come dicevo – questa raccolta di saggi ci da davvero una infinità di occasioni e di spunti per riflettere e forse la vera stella polare che attraversa tutta l’antologia è l’amore: amore per il proprio lavoro, quello di docente, attento a sintonizzarsi sui bisogni degli alunni, a non imporre o prevaricare, ma a mostrare la via, il percorso, il metodo, ma anche di artista, curioso e sperimentatore, ricostruttore di forme attraverso i collage, creatore di immagini poetiche, interprete della storia e della vita attraverso la musica, amore ed innamoramento, tornare uomini, per seguire quel bene relazionale da contrapporre al bene-merce.

Cosa dire ancora? Non mi piacciono quelli che svelano tutto il contenuto del libro, cosa lo leggo a fare se qualcuno me lo ha già raccontato?

Spero di non averlo fatto, di avervi dato degli spunti, delle curiosità perché ognuno possa trovare in questa antologia di scritti la sua personale stella polare ed a Claudio, parafrasando Rita Pavone ( e lui sa perché) dico pianissimo il mio piccolo grazie.

Irene Kalb, Presentazione “Stella Polare”, Librerie Feltrinelli-Bergamo, 27 marzo 2014

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