Filosofia cantando

Maria Imparato

Claudio Sottocornola: da filosofo di professione a interprete vocale

Rimanda ad un’antica tradizione socratica l’immagine del filosofo-cantore che distribuisce il proprio sapere anche attraverso la rielaborazione musicale dei contenuti teoretici. Non c’è dunque da stupirsi se un “filosofo di professione”, come Claudio Sottocornola, ordinario di Filosofia e Storia al Liceo Classico “Paolo Sarpi” di Bergamo, nonché giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dal 1991 e docente di “Storia della Canzone e dello Spettacolo” presso la “Terza Università di Bergamo”, si sia scoperto musicista, dedicandosi non solo allo studio del pop-rock dagli anni ’50 ad oggi, ma divenendo lui stesso interprete vocale dei testi musicali presi in esame.

E così, negli ultimi dieci anni, all’indagine scientifica nell’ambito musicale, Claudio Sottocornola, in arte Claude, ha affiancato un’originalissima ricerca estetica e creativa che lo ho portato, quasi per naturale evoluzione, in studio di registrazione per indagare origini e nuove modalità interpretative dei classici della canzone italiana, con incursioni anche nel contesto anglosassone.

Ora, propone lezioni-concerto di storia della canzone italiana, rivolte ad ogni tipo di pubblico e inserite in contesti eterogenei (Terza Università, scuole, biblioteche, circoli culturali), che rappresentano la sintesi di questo percorso decennale di ricerca. Tra il 2004 e il 2005, Claudio Sottocornola ha inoltre pubblicato tre CD, che raccolgono una prima selezione dei suoi studi sulla musica pop, realizzati con mezzi tecnici essenziali, ma sulla base di un originale e complesso lavoro di rilettura e rielaborazione interpretativa di alcuni dei migliori episodi del pop e della canzone d’autore.

Come è nata questa sua passione per la musica pop del secondo ’900?

“Questo progetto culturale è nato come interesse critico negli ’80. L’idea è sempre stata quella di inserire i testi musicali nel contesto storico-culturale e sociale di appartenenza, in quanto la cosiddetta musica leggera (o pop) investe diversi percorsi interdisciplinari, della storia della società e del costume al discorso estetico. Nel secondo Novecento, si verifica, come osserva anche Battiato, il crollo della distinzione fra cultura d’élite e cultura di massa, da cui scaturisce una forte contaminazione di forme e di generi. Conseguenze dirette di questo fenomeno, tipicamente postmoderno, sono lo svuotamento di qualsiasi funzione delle avanguardie e una revisione dei canoni della modernità, ma anche una cooptazione di parecchi autori moderni, con il risultato di far loro perdere gli aspetti più spigolosi e critici”.

Il termine “pop” viene quindi da lei utilizzato in un’accezione estensiva?

“Indubbiamente sì. Il pop è un valore, destinato ad entrare nell’immaginario collettivo del ’900, all’interno del quale convergono tutte le manifestazioni artistiche legate alla società di massa: dal cinema alla televisione, dalla canzone d’autore alla pubblicità, dal divismo femminile alla storia dello spettacolo. Studiare la musica pop nel suo divenire significa quindi rivisitare criticamente, in chiave interdisciplinare, l’intera storia artistica del secondo Novecento in Italia”.

L’elemento di novità del suo progetto culturale consiste nell’utilizzo del modulo della “lezione-concerto”. Come si è verificato il passaggio dalla lezione frontale multimediale all’interpretazione personale e diretta dei testi musicali in esame?

“La lezione-concerto, tradizionalmente utilizzata nella musica classica, costituisce invece nel pop un’esperienza pionieristica. L’idea è nata dal carattere di forte sperimentalismo vocale ed espressivo che caratterizza la musica pop. I primi Beatles, per esempio, propongono brani testuali non particolarmente nuovi ed originali, mentre la loro carica innovativa passa anche attraverso la dimensione interpretativa e l’utilizzo del linguaggio corporeo. Fin da giovane, ho sempre nutrito una grande passione per la musica e a colpirmi sono state, in particolare, le varie modulazioni espressionistiche della voce. Mi piacciono soprattutto le voci roche, sporche, aggressive degli anni ’60, che ho tentato di riprodurre, mediante una personale reinterpretazione, a scopo di ricerca e di studio, nel mio primo CD, dal titolo L’appuntamento. Non volevo usare, in quel caso, una voce narrativa, ma piuttosto mi interessava una voce espressionistica, calda, disturbante e disorientante, quasi di carattere antinaturalistico, dotata già di un messaggio. Nei miei due ultimi CD – L’appuntamento 2 (i classici…); L’appuntamento 3, la voce si è fatta invece più leggera, vellutata e melodica: oggi tendo a sdrammatizzare di più”.

Quali sono i brani proposti nella sua Trilogia?

“I brani scelti sono disomogenei, coprono uno spazio temporale molto ampio che abbraccia tutta la seconda metà del Novecento. Il primo CD, datato 2004, affronta sonorità pop-rock che vanno dagli anni ’60 alla musica d’autore di Enrico Ruggeri e della Nannini.

In L’appuntamento 2 (i classici…), pubblicato nell’estate del 2005, sono invece racchiusi brani più melodici e cantautorali, mentre L’appuntamento 3 (ottobre 2005) è il risultato di una serie di ricerche che ho compiuto in sala di registrazione con brani di Francesco Guccini, Antonello Venditti, Lelio Luttazzi, e altri. Ho utilizzato per la realizzazione dei CD basi digitali standard, lavorando però molto sulla voce e sull’interpretazione. Oltre alle canzoni, mi sono occupato anche del lavoro tipografico, scegliendo accuratamente le immagini in relazione allo specifico contenuto”.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

“Oltre a proseguire le lezioni-concerto a Bergamo, nel milanese, in Veneto e in Emilia Romagna, sto elaborando per il prossimo anno un ciclo di conferenze-spettacolo per la Terza Università di Bergamo a carattere monografico e monotematico, pensate come omaggi musicali in onore di grandi interpreti della musica pop (Sinatra, Modugno, Mina, Rita Pavone, Massimo Ranieri; oppure, in senso tematico, la canzone sanremese e la musica degli anni ’50).

Entro l’anno in corso, ho inoltre in programma la realizzazione di un DVD, pensato come il completamento video dei tre CD già pubblicati, costruito con immagini di lavoro e sedute in studio di registrazione. E in collaborazione con la Terza Università di Bergamo, sto anche progettando la pubblicazione di un altro DVD, di sapore live, contenente solo la parte musicale delle lezioni-concerto tenute in questi anni: circa 75 brani musicali, organizzati e ordinati su vari filoni tematici”.

Maria Imparato, Qui Bergamo, marzo 2006

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