Tiziana Comunale

“Il giardino di mia madre e altri luoghi”

Ho trovato molto interessante l’idea di ricordare la figura materna con una serie di scatti fotografici nei quali non compare solamente il suo ritratto fisico ma anche quelli che erano i risultati delle sue cure e delle sue attenzioni. Nella prima parte della mostra, le immagini dei fiori e degli alberi del giardino si susseguono molto lentamente e, talvolta, gli scatti consecutivi differiscono soltanto in minimi particolari (i fiori di una stessa pianta ma ripresi in posizioni diverse); la proiezione di queste fotografie davvero molto simili, ma diverse, accompagnata da un sottofondo musicale che trasmette tranquillità, fa sì che singoli scatti appaiano come immagini in evoluzione, evoluzione che è metafora del variare e del crescere della vita. Molto incisivo è anche il fatto che un affetto intimo e familiare venga espresso attraverso un linguaggio universale, il linguaggio dell’arte fotografica. Nel percorso visivo compaiono, poi, immagini rappresentanti paesaggi marini, l’America degli anni ’70, la luce del Sud, l’inverno nelle strade di Bergamo e la primavera di Trinità dei Monti a Roma. L’incalzare delle stagioni, fissate nelle fotografie, è un altro elemento che simboleggia l’evolvere della vita e lo scorrere del tempo; quest’ultimo aspetto è ripreso, inoltre, dalla musica di sottofondo che, essendo lenta e ripetitiva, sembra scandire lo scorrere del tempo come i rintocchi di un orologio. La mostra fotografica si conclude, e si conclude con essa anche il percorso evolutivo definito nella rappresentazione, con la parte intitolata “tramonti a nord-est”: le ultime immagini rappresentano un cielo, con la luna che, di fotografia in fotografia, diventa sempre più scuro mentre la notte avanza. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto grafico delle fotografie, alcune, come quella che rappresenta un fondale marino scoglioso ripreso dall’alto o quella in cui si notano piante e fiori cresciuti spontaneamente tra gli scavi archeologici, mi sono piaciute molto. Ci sono, poi, altre immagini che per uno spettatore esterno potrebbero non avere alcun significato ma che per l’autore hanno sicuramente un forte valore emotivo e sono fonte di ricordi di attimi speciali; attraverso, quindi, le immagini dei luoghi, a partire dal giardino che ricorda la figura materna, vengono simboleggiati diversi stati d’animo (la spiaggia deserta, per esempio, dà una sensazione di solitudine) e ricordi personali. I soggetti della mostra si estendono dal microcosmo degli affetti familiari al macrocosmo dei luoghi del mondo, come l’America, il Sud, le grandi metropoli contemporanee e il mare, ma, nonostante la varietà di contenuti, tutte le immagini sono state selezionate dall’autore e, in quanto tali, rappresentano importanti ricordi personali; partendo, perciò, dal giardino, luogo ristretto, si arriva a osservare il cielo infinito.

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