Kristin Bonzi

“Il giardino di mia madre”

Spesso, guardando una semplice fotografia, la tua mente viene assalita da pensieri, ricordi e immagini che ti fanno rivivere momenti ed emozioni vissute il giorno in cui è stata scattata. Quante volte mi è piaciuto andare a sfogliare i vecchi album di fotografie, con le pagine sgretolate che sembrano parlare riproducendo il fischio del vento come un’eco… Ma come mai ciò che è significativo per me non lo è per un altro? Probabilmente lui non ha potuto vedere il paesaggio dal vivo e non ha potuto lasciare le sue orme su quelle strade o su quella spiaggia; per questo due persone guardando la stessa immagine possono provare emozioni diverse. Così, dietro all’occhio della macchina fotografica si possono vedere cose diverse che dietro alla semplice immagine scattata. Mi ha fatto riflettere la fotografia del giardino visto da dietro le colonne della terrazza, perché questa immagine sembra la rappresentazione dei diversi punti di vista. Una persona infatti può vedere ciò che la circonda (il giardino) sia da dietro le colonne che nel giardino stesso e quindi vedere la stessa cosa secondo prospettive diverse.

Alcuni di noi, attraverso la scelta di talune immagini, vogliono trasmettere stati d’animo e sensazioni di vita. Se osserviamo la foto del giardino scattata dal balcone si denota come il dolore sia pesante e tenga prigionieri, tanto che le sbarre sembrano rinchiuderlo, impedendo che esca fuori. In effetti, tutto ciò che sta dietro le sbarre è sfocato e messo in secondo piano. Se osserviamo anche la foto del vaso di fiori, quello che si mette in risalto non sono i fiori bensì il vaso, ben centrato, quasi fosse più importante del fiore. Il fiore è simbolo di giovinezza, bellezza, vita e salute, ma in questa foto i fiori rivolti verso il basso e leggermente sfocati, sembrano non guardare verso la luce ma verso il buio, e ciò denota tristezza. Anche il sottofondo musicale, con il continuo cinguettio degli uccelli e la ripetizione della stessa musica, sembrano voler ricordare un’eco lontana, e dare una dimensione negativa della natura che, con il passare degli anni, continua ad essere uguale a se stessa. Come nella poesia” Pianto Antico” di Giosuè Carducci, nella quale il figlioletto morto, Dante, viene paragonato ad un melograno, ma diversamente dall’albero che “rinasce” tutti gli anni con i suoi fiori colorati, il figlio non ritorna più;  la natura  viene così vista con tristezza, appartenente ad un passato che ha segnato il presente e che segnerà il futuro…


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