Margherita Peri

Poesie di un uomo, storia di una generazione
“Giovinezza… Addio” di Claudio Sottocornola è un diario in versi, quasi un “romanzo di formazione”. Vi sono due parti principali: la prima autobiografica, in cui l’autore ripercorre la propria vita e ciò che lo ha portato a scrivere, e la seconda, una raccolta di poesie. Tutte scritte tra il 1974 e il 1994, tali poesie ripercorrono quelli che per ogni uomo sono gli anni delle grandi scelte, sia lavorative sia affettive, che certamente danno una svolta alla propria vita, probabilmente gli anni più difficili e tormentati, ma anche ricchi di soddisfazioni.
Per questi motivi ”Giovinezza…Addio” è stato definito anche “romanzo di formazione”, in quanto l’autore compie un percorso di crescita interiore e di maturazione delle proprie idee: dall’età di 15 anni, in cui si sogna il proprio futuro, all’età di 35, dove invece si è forse consapevoli di non aver realizzato i propri progetti o di averli realizzati solo in parte, senza dubbio vi è un profondo cambiamento. Queste poesie ripercorrono però anche 30 anni di storia, la storia di un’intera generazione con il suo specifico modo di pensare, con una sua propria filosofia che fa da sfondo a ogni lirica. La raccolta poetica è a sua volta divisa in 8 parti, ognuna delle quali presenta un sottotitolo, e in alcune vi è una frase scritta un Lunedì dell’Angelo, precisamente il 4 aprile 1994.
“Primi sguardi” è il titolo della parte iniziale di poesie, tutte scritte tra il ‘74 e il ’76, che hanno come sfondo luoghi conosciuti come un campanile, la parrocchia, il tramonto sulla città: l’autore esprime la volontà di poter fissare il proprio cuore, quindi le proprie emozioni, con le parole, in poesia.
La seconda parte, invece, “Ricerche”, è diversissima dalla prima, le parole sono cariche, le poesie assumono un tono quasi pessimistico: la vita, è una vita stanca, incerta, come minacciata dalla morte. Fra queste quella che mi ha maggiormente colpito è “Arruolamento”, che sembra esprimere il proprio dissenso e in un certo senso la propria rabbia nei confronti dell’obbligo di prestare servizio militare. Dal ‘79 all’80 le poesie sono scritte in un periodo difficile, dove viene affrontata la morte del padre che, come affermato nella frase d’inizio, porta l’autore ad avvicinarsi al Mistero della Resurrezione.
Si apre così un nuovo capitolo, “Preghiera”, in cui si tocca il tema religioso e le poesie sono quasi delle vere e proprie preghiere. L’ultima fra queste risale al 1984, quando ha inizio un lungo periodo in cui non vi è più una produzione poetica.
Nel 1991, dopo 7 anni, si apre un nuovo capitolo, nato da una riscoperta voglia di scrivere, intitolato appunto “Città e musica”, che focalizza l’attenzione sul paesaggio cittadino, sulla gente, i bar popolati di persone, le vetrine ecc.
Dopo una parte dedicata al mondo fantastico dei “Cartoni”, a personaggi esistenti e virtuali, ci sono le ultime due parti. “Moralità” è il titolo della prima e l’ultima è “Pensiero debole”.
Queste poesie, scritte tra il ’93 e il ’94, portano alla consapevolezza che la giovinezza è finita ma senza lasciare rimpianti o delusioni perché comunque ha condotto l’autore… alla fede e alla convinzione che non si può vivere senza amare. E questo è sicuramente un bel traguardo…
Il libro termina con una nota critica circa un’altra passione dell’autore, la musica, che ci permette di cogliere il suo percorso e la sua esperienza in tale ambito attraverso un CD allegato al libro, dove sono incise alcune fra le canzoni da lui interpretate tra il 1994 e il 2001, a completare lo scenario di fine secolo delineato dalle poesie.

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