T.L.

Tra giorno e notte

Tra giorno e notte, città e periferia. Luce e buio, lo spazio dell’uomo e quello del mare. Confini. Spazi che sono insieme luoghi di segregazione e di permeabilità. Di persone, cose, culture, pensiero.
Su questi confini, labili, il pensiero si ferma. Diventa riflessione. Guarda dentro, e fuori. Osserva, e interroga i fenomeni.

La trasformazione dello spazio urbano, fatta anche di flussi migratori tra centro e periferia. Migrano persone, funzioni, culture. Gli spazi si specializzano: chi sta dentro e chi sta fuori. E il fuori diventa spazio di marginalizzazione, confinato. Il degrado occupa il territorio lasciato fuori. Fuori dai quartieri gentrificati. Le persone si separano. I confini, però, a volte, sono spazi di resistenza. Di chi non se ne va. Di chi prova a difendere i luoghi, e la memoria dei luoghi. E, allora, le storie si intrecciano. I confini lasciano passare, diventano condivisione e scambio. La periferia si fa città. Luogo dei cittadini.

La trasformazione del paesaggio, con lo spazio costruito che avanza, indifferente, a occupare il luogo della natura. E il confine si sposta, quasi a lambire il mare. Diventa spazio di risulta e di conflitto. Di abbandono. Dove la natura prova a riappropriarsi di quanto era suo. E crescono rigogliosi cespugli.

La trasformazione di chi osserva, tra il giorno e la notte, quanto accade sui confini. E ne diventa parte integrante; si muove con loro, tra resistenza, riappropriazione, condivisione. Alla luce della luna. Delle lune elettriche.

T.L.*
*Laureata in Architettura, Docente di Storia dell’Arte.

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