Dalle fiabe alla poesia, il sogno della vita…
Claudio Sottocornola nasce il 17 Gennaio 1959 a Bergamo. Frequenta il Liceo Lussana. Durante questi anni di liceo vince una borsa di studio per gli Stati Uniti e prima della maturità ne vince un’altra per un periodo all’università di Madrid nel 1977. Per l’università sceglie filosofia, perché pensa che lettere potrebbe condurlo “alla filologia o alla geografia”, trattenendo la sua voglia di creatività. A metà dei vent’anni inizia a insegnare prima Discipline religiose in istituti tecnici, poi Lettere in varie scuole, per poi passare a Filosofia, Psicologia e Sociologia all’Istituto magistrale e quindi a Filosofia e Storia nei licei. Diventa più avanti giornalista pubblicista, partecipando così più strettamente a interessi e attività legate al mondo della musica e dello spettacolo.
Il libro “Giovinezza…Addio” è un misto tra un romanzo di formazione e un canzoniere: “romanzo di formazione” in quanto l’autore, attraverso le sue poesie e i suoi cambiamenti, riesce a trasformarsi e a cercare quindi il meglio di se stesso; “canzoniere” perché è una raccolta di poesie rivisitate e raggruppate dallo stesso autore dopo alcuni anni.
All’inizio del testo c’è una introduzione scritta dallo stesso autore, nella quale egli racconta la sua vita e come abbia iniziato a scrivere poesie, qual è stato insomma l’evento che lo ha avvicinato a questa sua esperienza di vita: riconduce l’origine di ciò al giorno di Santa Lucia, quando sua madre gli regalava libri illustrati di fiabe e di racconti.
E grazie a questo e anche al lavoro scolastico nelle elementari, quando gli insegnanti gli facevano, per esempio, disegnare quello che gli suscitava una poesia, Claudio Sottocornola inizia a interessarsi alla letteratura. E sempre in questa introduzione, egli stesso ammette la malinconia che c’è nel titolo, perché ormai la giovinezza se ne è andata e con essa alcuni obiettivi non raggiunti e ormai irraggiungibili. Ma c’è comunque anche la consapevolezza che le cose si realizzino in modo diverso da quello immaginato, forse migliore o forse peggiore…
Il 4 aprile 1994, Claudio Sottocornola raccoglie tutte le sue poesie e le divide, le organizza e sistema in capitoli: “Primi sguardi”, costituito dalle prime poesie composte; “Ricerche”, sul significato della vita; “giorni bianchi” e “Preghiera”, in cui sono racchiuse anche alcune meditazioni spirituali; “Città e musica” (separato dal capitolo precedente per una pausa avvenuta tra il 1984 e il 1991), nel quale racconta la sua vita attraverso il mondo esterno, urbano e metropolitano, come se lo vedesse “dietro la vetrina di un bar”, lui spettatore; “Cartoon”, in cui descrive e analizza il mondo della musica e dello spettacolo, fatto di segni in cui si sente immerso; “Moralità”, costituito dalla scoperta che la vita fatta di “segni” perde tutta la sua bellezza, e dalla riscoperta del “bene”; “Pensiero debole”, caratterizzato da una sorta di abbandono e fiducia proprio perché la giovinezza se n’è andata, ma lasciando all’autore la convinzione che ci deve essere, al di là del pensiero, amore per ogni cosa.
Ma ritornando alla situazione che possiamo chiamare “galeotta” per l’inizio della carriera artistica e poetica di Claudio Sottocornola, e cioè la festa di Santa Lucia con i suoi doni, i libri di fiabe e racconti che gli venivano regalati in quell’occasione, tra il Novembre e il Dicembre del 1978, egli scrisse proprio una poesia dedicata all’arrivo della Santa, nella sua immaginazione di bambino, e all’inquietudine che l’attesa notturna comportava:
S. Lucia
S’incupa la notte- il cielo lavagna
non ha fregi di gesso- in fondo
alla strada, da molto lontano,
dal mare lì presso che rantola
e rugge color verderame,
è giunta la Santa, che viene
che viene, che fradicia viene…
A letto nel cupo silenzio
io guardo la neve che abbianca
il soffitto, e odo nel nero lavagna
in crescendo fra il mare che rantola
e rugge il cupo pestio per la scalea
di selci…È la Santa, la Santa
che viene con l’asino dietro
che raglia e che rugge,
la Santa la viene
con dietro il carretto
di bambole e cenci…(che stride)
Ecco, la viene nell’aria lavagna
più cupa dell’anno e ansima
e rugge in una flanella
rosa…Al vecchio portone
si ferma. La Santa che viene
la Santa la viene
la sento la Santa
la Santa è arrivata
(i miei occhi sbarrati)
Spalanca la porta
la Santa la vedo
la Santa m’acceca
m’acceca m’acceca.
E questa è una delle poesie che più mi ha colpito, perché mi ricorda quando avevo fra i tre e gli undici anni e avevo ancora la convinzione che esistesse una Santa che faceva il giro del mondo in una sera, quando la sera del 12 Dicembre mettevo il latte e i biscotti vicino alla finestra della cucina, quando ero costretta ad andare a dormire presto, a non scendere dal letto perché se avessi visto la Santa “all’opera” questa mi avrebbe tirato la sua polvere negli occhi e al posto dei regali mi avrebbe lasciato il carbone. E poi mi viene in mente la mattina proprio del 13 Dicembre, quando mi svegliavo e chiedevo ai miei genitori se avessero sentito il famoso campanello di arrivo della Santa. Poi andavo subito a vedere se l’asino avesse mangiato il latte e i biscotti che gli avevo lasciato la sera prima, e quindi ad aprire i regali che erano sotto l’albero, con una felicità quasi assurda, perché ancora una volta Santa Lucia aveva risposto totalmente ai miei desideri.
Come si capisce anche da questo esempio, Claudio Sottocornola, nelle sue poesie, si interessa a ogni particolare della vita. I suoi temi principali sono il passaggio delle stagioni, gli incontri occasionali, le abitudini giornaliere, ma anche momenti sofferti e malinconici. Va quindi confrontando situazioni felici con altre tristi, come accade nelle ultime poesie scritte, fino al 1994, quando “la giovinezza se n’è andata”, come lui stesso ricorda, e il suo pensiero ha raggiunto una maturazione che lo aiuta a rispondere alle domande che si poneva con le sue “ricerche” iniziali. Inoltre, l’autore attraversa vari momenti storici, di cui si vede il passare e trascorrere da una poesia all’altra.
Alla fine del libro poi c’è il cd “L’appuntamento/collection”, con le canzoni interpretate da Claudio Sottocornola Claude tra il 1994 e il 2001, nella sua rilettura della canzone d’autore italiana, che continua in musica la ricerca avviata con le parole della poesia.