Hieronymus Bosch, Il giudizio universale
“Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli stati, se non una grossa accozzaglia di malfattori? Anche i malfattori, del resto, non formano dei piccoli stati? Si tratta infatti di un gruppo di uomini comandati da un capo, tenuti assieme da un patto comune e che si spartiscono un bottino secondo una legge tacita. Se questo male si allarga sempre più a uomini scellerati, se occupa una regione, fissa una sede, conquista città e soggioga popoli, assume più apertamente il nome di regno, che non gli viene dalla rinuncia alla cupidigia, ma dal conseguimento dell’impunità. Questa la risposta, vera e opportuna, che un pirata catturato diede ad Alessandro Magno. Avendogli questo domandato perché gli sembrasse giusto infestare i mari, quello con spregiudicata fierezza rispose: ‘Per lo stesso motivo per cui tu infesti la terra; ma poiché io lo faccio con una barca insignificante, mi chiamano malfattore, e poiché tu lo fai con una flotta eccezionale, ti chiamano imperatore’”.
Sant’Agostino, De Civitate Dei 4,4 (tr. L. Alici)