Il giardino di mia madre

di Augusta Dentella
Un giardino e una madre. Una mostra fotografica e un’opera multimediale: un percorso fra immagini, testi e musica per parlare di dono, memoria e bellezza. E’ il linguaggio scelto da un figlio, Claudio Sottocornola, cui accade di essere anche filosofo che parla attraverso la musica, la poesia e l’immagine, per dire il suo “grazie” a una madre, mancata in anni recenti, che ha espresso e incarnato per lui i valori più alti di dedizione, sacrificio, tenerezza e dono.

Il giardino di mia madre e altri luoghi” è stato mostra, con oltre duecento scatti fotografici di giardino e paesaggio nella ex-chiesa di San Sisto in Colognola, Bergamo, un complesso monumentale del XVIII secolo, dal 28 maggio al 13 giugno, con il supporto del sistema bibliotecario urbano del Comune di Bergamo, della Società Italiana Insegnanti di Geografia, e di un noto Blog di Estetica del Giardinaggio. Ma il percorso, che ha coinvolto anche gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado nella stesura di recensioni critiche, si è materializzato, giungendo sino a noi, in un’opera multimediale e interattiva in DVD dal titolo omonimo, che costituisce davvero un unicum nel panorama di questo genere di produzioni, da segnalare per la sua capacità di coniugare estetica ed etica, bellezza e impegno, all’insegna di una esperienza percettiva in cui suoni, colori e parole ci spronano a una piena immersione in un mondo naturale e paesaggistico totalmente interiorizzato, pervaso di luce metafisica e attraversato da una struggente nostalgia.

Intanto l’occasione, l’ispirazione dell’opera (che sarà presto esportata nella Calabria ionica di Locri e Siderno per poi tornare nella provincia di Bergamo), nasce dallo struggimento della perdita: il vuoto lasciato dalla scomparsa improvvisa di una madre, anche a seguito di alcuni errori ed omissioni umane, il desiderio di ricordarla con gli strumenti dell’arte, della poesia e della musica.

E quindi l’ispirazione: il ricordo della bellezza che lei, la madre, sapeva cogliere nei fiori, l’accudimento e l’impegno che metteva nel coltivare un piccolo angolo di giardino nel cuore di una città che sembrava volerlo inghiottire col suo cemento. L’armonia, l’ordine, la grazia che nascevano dall’impegno del potare, annaffiare, curare la crescita di ogni germoglio… E poi l’idea: questa “cura” era immagine di un atteggiamento oblativo, di una capacità di dono e servizio che la mamma aveva espresso non solo verso i luoghi, ma soprattutto verso le persone, nella famiglia e nel volontariato.

Non aspettatevi da questa mostra e questo percorso multimediale immagini ridondanti, di bellezza barocca e lussureggiante: l’autore sceglie angoli di giardino, rose, malve o ibiscos minacciati dal cemento, ma attraversa in profondità il “giardino”, coi suoi pini, cespugli, vasi e rampicanti, ce ne restituisce una intensità di vita nascosta e misteriosa, quasi come nel “Gelsomino notturno” di Giovanni Pascoli, e pochi metri quadri di terra diventano un continente delle meraviglie, dove aleggia una presenza dolce, forte e rassicurante, quella di una figura materna ricordata, in modo struggente, anche attraverso le note di un brano classico che lei amava tanto, “I pattinatori”, di Emile Waldteufel, rieseguito al piano in modo melodico e incantato dal musicista Ruggero Bosso.

Le immagini in lenta dissolvenza e le note sognanti di Waldteufel avvolgono lo spettatore virtuale in una rarefatta atmosfera percettiva, caratterizzata dal senso della impermanenza, dal fluire di luoghi e stagioni, dall’inseguirsi di forme e colori sempre nuovi, in una evocazione meravigliata e struggente del binomio vita-morte/resurrezione.

Il percorso risulterebbe però circoscritto entro i confini, incantati ma protetti, del giardino (la grande poetessa americana Emily Dickinson vi si consacrò del resto quasi in elettiva clausura…), se non approdasse e si dilatasse poi, attraverso numerosi scatti, a evocare i più diversi luoghi dello spazio, dal mare alla neve, dal Sud alle isole, dall’America degli anni ’70 sino a quei “Tramonti a nord-est”, che segnalano il venir meno di una civiltà e di un mondo.

L’autore spiega, e lo fa con le parole dell’Introduzione, oltre che con le immagini, che dilatando lo spazio dell’indagine fotografica ai luoghi del mondo ha voluto sottolineare come la cura e la dedizione materni espressi metaforicamente dal giardino abbiano generato in lui il coraggio e la fiducia necessari per allargare il proprio sguardo alle strade e ai luoghi del mondo, anch’essi umanizzati e resi abitabili dalla “cura”, dall’impegno, dalla dedizione.

Claudio Sottocornola è ordinario di Filosofia e Storia a Bergamo, scrittore, musicista e artista visivo. In questa veste poliedrica ha riscoperto e fatto propria la categoria di “interpretazione”, come atta a declinare la sensibilità dell’uomo contemporaneo verso il mondo e la sua conoscenza. Ma in quest’opera multimediale in ricordo della madre Angela Belloni, ha tentato qualcosa di nuovo e originale: ricordare una madre, espressione di affetto privato, attraverso l’esperienza universale dell’arte, evocando la bellezza come nostalgia del bene e presagio della sua definitiva manifestazione.

Il dvd multimediale “Il giardino di mia madre e altri luoghi” può essere richiesto alla CLD-CLAUDE PRODUCTIONS (e-mai: claudio1759@interfree.it) , ed è distribuito in omaggio. E’ possibile devolvere un’offerta libera per il mondo del volontariato, nel quale Angela Belloni Sottocornola, che la mostra vuole ricordare, si è impegnata dal 1975 come Segretaria e Presidente di Conferenza della Società di San Vincenzo de Paoli a Bergamo.

I commenti sono chiusi.