Fabio Guerrieri

Un itinerario come specchio “per me”
Giovinezza… Addio, Diario di fine ‘900 in versi è una raccolta di poesie composte dalla metà degli anni ’70 (1974) a quella degli anni ’90 (1994), tra i 15 ed i 35 anni. L’opera dal punto di vista tecnico-formale è un prosimetro, in cui si succedono liberamente o secondo un ordine prefissato poesie e prosa. In questo caso il criterio di scelta e di organizzazione dei brani è cronologico e tematico insieme, e risale al lunedì di Pasqua del 1994 (giorno-chiave), quando il poeta decise di selezionare e riprendere la sua produzione artistica per tracciarne un percorso formativo, attraverso i fatti ed i cambiamenti storici e sociali che hanno caratterizzato il mondo esterno per un ventennio. Ai diversi decenni, pertanto, corrispondono poesie varie sia dal punto di vista dei temi trattati sia dal punto di vista delle soluzioni, anche linguistiche, adottate.
Una delle poesie, secondo me, più affascinanti, (anche dal punto di vista metaforico), del libro è: “Se volete conoscermi”. Questa poesia, che appartiene alla sezione “Ricerche”, esprime la speranza che l’autore possiede nei confronti della parola, come mezzo attraverso il quale poter dare un significato alla vita e ai suoi atti. Il componimento si può dividere in due parti. Nella prima, il soggetto lirico si definisce per quello che non è, attraverso l’uso di anafore di negazione e metafore naturali. Egli, infatti, si confronta con una quercia, albero che simbolicamente rappresenta vigore e tenacia, e con un giunco virtuoso, che al contrario, è simbolo di debolezza e fragilità. Nella seconda parte il poeta cerca di definirsi per quello che è veramente, continuando sempre ad adottare metafore naturali; egli è come: “un albero mite dimesso / un albero giusto qualunque / che a dispetto di tutto / e di tutti / […] se ne sta lì / ostinato / a spaccare l’asfalto”. Da questa frase traspare bene il messaggio della poesia, che sta nell’umiltà dell’affermare di essere un albero qualunque, ma che nonostante ciò, cresce e matura attraverso un percorso di formazione determinato a superare tutti gli ostacoli, personificati dall’aria greve e dai rifiuti gettati per terra.
In questo componimento si può rintracciare l’inizio dell’affermazione di un’identità personale in rapporto al mondo esterno, che si unisce ad una reale volontà di farsi conoscere. La poesia appartiene agli anni ’70, dove sono evidenti gli influssi dell’ermetismo (soprattutto Montale) e le suggestioni esistenzialistiche di un periodo storico attraversato dai fermenti del post ’68, quindi contrassegnato da un forte senso d’impegno e responsabilità personale.
Negli anni successivi si verifica un mutamento riguardo al tipo di poesia. Un esempio rappresentativo del modo di poetare adottato negli anni ’80 si identifica nella poesia: “O bambino, che nudo in una mangiatoia”. In essa sembra passare in secondo piano il ruolo della poesia, in quanto l’esigenza di trovare un senso alla vita sembra essere più appagata, o comunque facilitata, dalla preghiera piuttosto che dalla lirica stessa. La poesia, quindi, risulta strettamente legata ad una sfera religiosa, spirituale, e si unisce ai frutti prodotti dell’esperienza cristiana, creando un sorta di poesia-preghiera. Questo periodo dell’esistenza, (gli anni ’80), infatti, caratterizzato da un’ispirazione edonista, è riletto dal poeta con uno stile personale alla luce di una “teologia della gloria”. Si fa sentire un’esigenza di purificazione nella ricerca del bene, emergono le difficoltà di affrontare la solitudine, cambia la concezione dell’arte, della cultura e della musica.
Infine gli anni ’90, con la caduta del muro di Berlino, segnano l’affermazione di una globalizzazione e di un cosmopolitismo, che entrano a pieno titolo nella seconda parte della raccolta. L’autore, giungendo nel pieno della sua maturità e attività giornalistica, fa dell’universo metropolitano e dei media il contenuto preferito della sua poesia. La parola si fa simbolo e si carica di un potere evocativo ed illuminante. Il ruolo fondamentale della parola si unisce a quello altrettanto basilare delle azioni. Questa concezione è piuttosto evidente in una poesia appartenente alla sezione “Acquerelli”: “Al mio angelo custode”. In questo componimento emerge il pensiero dell’autore, che considera artefice, almeno in parte, delle azioni un angelo custode, che non solo ispira, protegge e solleva l’animo nei momenti di tristezza ma lo aiuta anche, con la sua compagnia, a compiere le azioni più adeguate, e secondo lui, più importanti, cioè quelle che sembrano più inutili e che costano maggiore fatica.
Inoltre, sempre a questi anni ’90 appartiene, secondo me, la poesia più emblematica del “romanzo di formazione”: “Oh la giovinezza che se ne va”. Questo componimento, infatti, esplicita in modo chiaro il messaggio dell’autore, cioè la consapevolezza che la giovinezza, così ricca e intensa di emozioni, sta per finire e non c’è nulla che si possa fare per impedirlo. A questa poesia, si affiancano altre poesie altrettanto significative che concorrono al raggiungimento della presa di coscienza del concludersi della giovinezza, come: “ E sfugge il tempo dei cari sorrisi” o “ Che effetto strano”. Sullo sfondo ci sono gli anni ’60, un ricordo indelebile, gli anni dell’innocenza e dell’inizio, gli anni degli affetti familiari, della scuola, del “giovanile errore”, gli anni del sogno e del mito, quando tutto sembrava ancora possibile.
Tutte le poesie riflettono il rapporto profondo con la vita e rappresentano la forma letteraria migliore per esprimere ed evocare negli altri le sensazioni e i cambiamenti legati al passaggio dalla giovinezza all’età adulta. La poesia diventa così un mezzo che facilita e aiuta non solo il contatto del poeta con il proprio mondo interiore, ma anche quello tra il poeta e il mondo esterno, in questo caso i lettori.
Nel complesso questo “romanzo di formazione” ha pienamente soddisfatto la mia curiosità iniziale: mi ha fatto veramente rivivere il percorso di un giovane come me fino alla sua maturazione e ha delineato per me un itinerario “esemplare” in vista di quelle che saranno in futuro le mie personali esperienze e la mia maturazione.

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