Archivi categoria: Testi poesie Nugae

Il bicchiere

Non avevo nuove esperienze
da raccontare:
per vivere ancora qualche ora
dove cambiare, migrare altrove
– restando fedele allo stormo –
sforzarsi una qualche allegria.
Mi sforzerò una qualche allegria
stasera: uscirò, farò una lunga
passeggiata, sorriderò dentro,
mi figurerò il bicchiere mezzo-pieno.

14 agosto 2008
ore 20.05-20.10

Il mare torna d’improvviso a svolgersi

Il mare torna d’improvviso
fra le nebbie dell’anno
come quando studiavo
all’università…
Qui la vita, l’illuminazione,
il tempo ancora
da svolgersi, le stagioni
di là da venire…
la luce tremula, la linea,
dannata linea mai tagliata
sempre persistente eppure
assoluta – come lama – all’orizzonte.

9 febbraio 2003

Come una foglia di lillà

Come una foglia di lillà
alla penombra dei bersò,
che vuoi tu dalla vita
se non questo fruscio,
questo alternarsi di freddo
e caldo, questo ritorno,
più maturo, di quiete?

26 agosto 1996

Il temporale

Ritorna un temporale
a turbare di nuovo
questo cuore, che,
evidentemente, vive
ancora.

26 agosto 1996

(Gli haiku)

La prima neve
è già caduta
e se n’è andata,
il grido del merlo
in cortile
mi rallegra ancora,
qui silenzi, malintesi,
slanci sopiti.
E l’odore dei dolci
natalizi che, come sempre
a questo punto dell’anno,
profuma la casa.

29 dicembre 1995

Andrò dunque

Andrò dunque
toccherò il mio fondo
mentre tu ti librerai
in alto, due movimenti
contrari che ci porteranno
lontano. Sarai splendente,
finalmente libera da me.

4 settembre 1994

I fili della mente

I fili della mente
sono quasi inestricabili
ora per me;
afferrarne uno
non mi è possibile,
come non è possibile
alla canoa procedere
sull’acqua, senza remi.

21 febbraio 1994

Oh malinconia che torni

Oh malinconia che torni
a dirmi vita,
in questa primavera che
ritorna, non più
splendente come allora…
senza più domande che urgono,
la strada da percorrere
chiara, irresoluta la vita
e già passata la metà
senza un chiaro segno,
più grande che il lavoro
quotidiano.

2 aprile 1993

Che fredda questa notte

Che fredda questa notte
a trentaquattro anni
a Bergamo,
un brivido lungo la schiena
sale nella sera,
i fari delle auto trafiggono
il buio dell’anima
e, oh, orrore, Baglioni
mi tiene compagnia,
perché andare lontano
è bello ma inutile,
solo ai primi freddi –
oh, due ragazzi pomiciano
dolcissimi… –
io guido verso casa
sapendo che il meglio
è già passato,
se ne va via
e gioia è ancora dolersene.

24 ottobre 1992

Il cielo si addensa di neve

Il cielo si addensa di neve
sulla città illanguidita
di favole elettriche
e bar dei balocchi
presagi invernali
…ottimismo – trasecolante
viola della sera
al mormorio dei fiocchi
che di nuovo cadranno
e tutto bianco, freddo e bagnato sarà.

9 novembre 1991