Sandro Fiorita Caputo

Giovani emozioni tra città, musica e viaggio
“Giovinezza… Addio” è una raccolta di poesie dallo stampo autobiografico, che narra della maturazione dell’autore dalla sua giovinezza fino alla sua età adulta, in un contesto che varia tra gli anni ’70 delle prime poesie fino al 1994, anno in cui sono state riordinate e selezionate per prendere corpo in questo libro, che attraverso visioni, a volte anche surreali e fantastiche, riesce a far scaturire nel lettore emozioni profonde.
A partire da spaccati della vita quotidiana, ogni poesia suscita nel lettore suggestive immagini, provocate anche da sensazioni appartenenti alla routine di ogni giorno, o comunque derivanti da azioni ed ambienti che non hanno al loro interno alcunché di eccezionale, come per esempio un sorso di birra in un lido (da “Delusione”, Primi sguardi), e trovano nell’autore rilevanza tale da essere cristallizzate, a volte tramite pochi versi. In alcuni di questi componimenti è evidente come quello che è stato sintetizzato da pochi versi significhi nell’autore un importante viaggio spirituale come in “Moralità 2”, dove una visione anche disincantata della gente e delle sue promesse fa nascere un senso di moralità, sentita come personale e soggettiva.
Tuttavia, si deve considerare che i componimenti raccolti abbracciano un ampio lasso di tempo, ed infatti anche i toni variano con il variare dell’età dell’autore. Fra le poesie giovanili, vedi ad esempio i modi crudi di “Arruolamento”, poesia emblematica da questo punto di vista per il linguaggio corrosivo e polemico nei confronti delle pratiche dell’arruolamento per il servizio di leva (“Fuori il cazzo/tricoglione!”). Tuttavia, attraversato questo periodo della giovinezza, il libro prosegue suscitando nuove impressioni nel lettore che vede evolversi il pensiero del poeta, segnato da eventi drammatici come la morte del padre che lo porta, attraverso un lungo itinerario esistenziale, prima ad una rivalutazione di temi spirituali, poi alla riscoperta della città e della sua vita frenetica, con numerosi riferimenti alla cultura rock e pop, come, per esempio, a Bruce Springsteen, ma anche a telefilm come “Happy Days” o a situazioni cinematografiche come “Rambo” soprattutto nella lunga composizione “Born in the U.S.A.” (e, più in generale, nella sezione Cartoon).
Il libro è stato suddiviso in diverse sezioni (Primi sguardi, Ricerche,Giorni Bianchi, Preghiera, Città e musica, Acquerelli, Cartoon, Moralità, Pensiero debole) decise personalmente dall’autore, a scandire i diversi momenti della sua maturazione. Il passaggio è dalla visione di un ragazzo che sta diventando uomo e sperimenta, tra le altre esperienze, anche quella di eternare stati d’animo e sensazioni in versi, a quella di una persona ormai matura che scopre all’interno di sé un’intensa forza spirituale. In questo contesto si colloca proprio la morte del padre che orienta l’autore verso una ricerca che si fa più interiore ed esistenzialistica, come egli stesso dichiara in maniera implicita nell’introduzione alla sezione Preghiera, con le parole: “[Volevo] che il senso della mia vita si rivelasse nel suo insieme e ne investisse ogni attimo”. Successivamente, superato il momento, per così dire, più ermetico, l’impetuosità della ricerca sfocia nel godimento di atmosfere urbane, si rivivono gli anni Ottanta e Novanta con le loro luci e le brillanti aspettative, entro le traiettorie di una vita che tende sempre alla ricerca del meglio. L’atteggiamento cosmopolita dell’autore gli fa cogliere con grande favore la presenza di immigrati in città e lo porta a visitare svariati paesi recando dai suoi viaggi, come cartoline per il lettore, componimenti riguardanti la sua esperienza nei più svariati luoghi del pianeta. È la sezione Cartoon che reca forse il maggior numero di componimenti del genere, sebbene non sia l’unica a comprendere poesie di questo argomento.
I temi, attraverso il libro, variano continuamente, pur attenendo sempre all’esperienza e alla riflessione personale dell’autore: così, negli anni della giovinezza si parla tra l’altro di amicizie e questioni scolastiche, mentre in ultimo gli argomenti che vanno per la maggiore sono la vita di città, il mondo dello spettacolo e i personaggi che ne fanno parte. Un cenno particolare va al tema ricorrente del Natale, che viene trattato in varie sezioni del libro, e testimonia il sentimento religioso che occupa una parte di rilievo nella vita dell’artista.
Uno degli elementi più suggestivi della raccolta è proprio lo stile, che all’occorrenza è sobrio ma sa essere anche dolce, forte o aggressivo. È palese che il registro di un ragazzo quindicenne sia diverso da quello di un uomo ormai maturo, ma ciò che rende veramente viva la raccolta è l’uso delle espressioni caratteristiche del linguaggio del poeta, che utilizza anche frasi in lingue straniere, tra cui spiccano quelle in inglese dovute probabilmente anche all’anno trascorso negli Stati Uniti dall’autore durante l’adolescenza (“Benjamin/Franklin says: “Early to bed/and early to rise, makes the man/ healthy, wealthy and wise”, dice ancora in “Born in the U.S.A.”). Le variazioni del registro linguistico all’interno del libro conferiscono infatti ulteriore umanità all’autore e lo avvicinano maggiormente al lettore. L’opera, quindi, non si presenta più come una semplice raccolta di poesie, ma come un vero e proprio aggregato di emozioni reali provate da una persona reale.

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