Carlo Curto
Poesia e musica, insieme a raccontare la storia, quella individuale, ma anche quella collettiva che, dagli anni ’60 del Novecento, ci ha accompagnato al traguardo del nuovo millennio.
Questa la proposta de “I migliori anni della nostra vita”, reading di poesie e canzoni live che Claudio Sottocornola, filosofo, giornalista e interprete, ha presentato nella serata di sabato 28 giugno a Monasterolo del Castello, in Piazza Giovanni XXIII.
L’occasione: la presentazione di “Giovinezza … addio. Diario di fine ‘900 in versi” (edizioni Velar, € 18,00), il libro che Sottocornola ha concepito come “romanzo di formazione” che, raccogliendo poesie scritte dall’autore tra il 1974 e il 1994, dai 15 ai 35 anni, traccia un percorso dall’adolescenza alla maturità, tra lirica, biografia e storia, sullo scorcio di una fine di secolo e di millennio. Il recital, abilmente giocato sull’alternanza di poesie del Sottocornola e canzoni d’autore rilette in modo personale e non convenzionale dal filosofo-interprete (come nel cd “L’appuntamento/Collection”, allegato al libro), restituisce, ricrea e ricontestualizza scenografie, miti e simboli del secondo ‘900: l’esistenzialismo di Sartre e gli anni ’60, il mito dell’America e la beat generation, gli anni del liceo e il post ’68, la crisi degli anni ’70, l’edonismo e il riflusso degli anni ’80, la globalizzazione e il cosmopolitismo di fine millennio.
Dopo un inno alla città e alle sue atmosfere metropolitane e multietniche, “Meravigliosa creatura” della Nannini apre il concerto con suggestioni aspre e speziate di rock. Seguono poesie che rievocano gli anni ’60 e ’70, la parabola di una generazione che si cercava tra esistenzialismo e suggestioni, anche musicali, dall’America, e ci sono i grandi hit degli anni ’60: “Cuore” della Pavone, “Stand by me” di B.E. King, “Sapore di sale” di Paoli e poi il “coming of age”, il diventare grandi tra ricerche e nuovi scenari che si aprono, scanditi dalla grande canzone d’autore di De André, Ruggeri, Ligabue.
Quando si arriva agli anni ’90 la parabola sembra compiersi, e le poesie che Sottocornola sceglie dalla sezione “Città e Musica” rivelano una specie di full immersion nel contemporaneo, che si alimenta di traffico metropolitano, semafori lampeggianti, ipermercati e discoteche, shopping del week-end e improvvise malinconie post-moderne.
Si chiude con “E dimmi che non vuoi morire”, la canzone di Vasco e Curreri per Patty Pravo, che idealmente salda gli anni ’60 e l’oggi, nostalgia e memoria con il tempo presente, tempo dell’impegno e della responsabilità a cui alludono le poesie della sezione “Moralità”. E a chiudere, questa volta davvero definitivamente, ancora “Cuore”, a unire idealmente gli anni ’60, tempo del mito e dell’attesa, con il nuovo inquietante millennio aperto dalle “Torri gemelle”.
La voce di Sottocornola sa cogliere e reinventare le più diverse occasioni, passando da timbriche dissonanti e graffianti ad altre vellutate ed intimistiche, e spaziando fra i generi, dal pop al rock alla migliore canzone d’autore…
Carlo Curto, La Voce di Monasterolo, agosto 2008