Giulio Brotti

Sottocornola, scritti religiosi per uscire dalla mediocrità
Ogni giorno fare un passo fuori dalla mediocrità”. Questo proponimento, che figura in una pagina diaristica di Claudio Sottocornola, può anche implicare, per un credente, il compito di intuire e testimoniare la presenza del divino nell’apparente confusione del tempo profano.
Ne Il pane e i pesci. Scritti cristiani (1980-2010) Sottocornola, docente di Storia e Filosofia ed artista versatile, portato a spaziare dalla poesia alla musica, dalla fotografia al collage, ha raccolto dei testi eterogenei, accomunati da uno sforzo di riflessione sul rapporto fra l’eternità e la storia, fra la trascendenza di Dio e il flusso delle vicende umane. L’opera (edita dalla CLD-Claude Productions e dall’Editrice Velar, euro 32 per 958 pagine complessive) comprende quattro volumi, riuniti in un cofanetto: nel primo, La spiritualità eucaristica di Charles de Foucauld nella sua vita, Sottocornola approfondisce diversi aspetti della figura del mistico ed esploratore francese (1858-1916), beatificato nel 2005 da Benedetto XVI. “L’assenza – leggiamo in queste pagine – ci riapre al desiderio e da lì alla speranza. Più che qualsiasi affermazione di possesso. (…) Nella storia della spiritualità contemporanea, Charles de Foucauld è stato forse colui che per primo e più intensamente si è impegnato nel mondo riconoscendo nella modalità eucaristica, come contrassegnata dall’assenza, la cifra esplicativa del reale e il senso del nostro compito in esso”. Il secondo volume de Il pane e i pesci propone una silloge di articolari giornalistici, a testimonianza dell’attività di animazione missionaria svolta dall’autore nel quartiere di Colognola, a Bergamo, a cavallo degli anni Ottanta; il terzo, invece, si presenta come uno zibaldone di pensieri, citazioni e aforismi che Sottocornola ha annotato nell’arco di trent’anni: i riferimenti alla filosofia e alla teologia (da Heidegger a Jaspers, da Tommaso d’Aquino a Raimon Panikkar) si alternano qui ai rimandi alla cultura popular (con citazioni, di volta in volta, da Aldo Busi, da Jim Morrison o dal Calendario di Frate Indovino). Infine, nel quarto volume, con il titolo My status quaestionis 2010, la riflessione si concentra sul significato dell’annuncio cristiano nell’orizzonte culturale contemporaneo: l’Assoluto – scrive Sottocornola – è “il fondo che attingiamo – almeno come aspirazione, come fine a cui tendere – approfondendo la nostra esperienza e il linguaggio che essa ci ha donato per coglierlo. Tale linguaggio, cui è sottesa una modalità, una esperienza storica concreta, certamente esige maturazione, evoluzione, crescita, superamenti e purificazioni, ma non può essere eluso. Il ‘prossimo’ di cui parlano i Vangeli è anche il mondo che viviamo e, se non amiamo ciò che vediamo, come ameremo Dio che non vediamo?”.

L’Eco di Bergamo, 23 febbraio 2011

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