Un pop… di professore

Caterina Migani

In una fredda mattina di novembre, mese malinconico e senza sorprese, abbiamo conosciuto il Prof. Claudio Sottocornola, personaggio allegro e spontaneo, che di sorprese ce ne ha fatte fin da subito; ha sfatato il luogo comune del Professore austero e cattedratico, chiedendoci di “dargli del tu” e ha espresso grande entusiasmo per l’intervista e per Bg24cento, apprezzando specialmente il team giovane; ma soprattutto ci ha stupiti con un curriculum veramente infinito e variegato.

Claudio Sottocornola: professore di Storia e Filosofia presso il Liceo “Sarpi”, giornalista pubblicista e critico musicale, autore di interviste ai più famosi personaggi del pop e dello spettacolo (da Rita Pavone a Wanda Osiris, da Vittorio Sgarbi a Teo Teocoli solo per citarne qualcuno), docente di “Storia della Canzone e dello Spettacolo” presso la “Terza Università di Bergamo”, interprete della Canzone italiana e grande conoscitore del pop di tutte le epoche.
CI siamo trovati al “Centro di registrazione Giada” di Seriate per parlare in particolare di una di queste attività, quella di studio e d’interpretazione dei brani pop.

Professore, come mai la predilezione per il pop?

“Il pop è importante perché contrassegna il carattere di un’epoca. Il pop non è solo ‘popular’: anche Shakespeare e Omero erano uomini popular, di spettacolo: tutte le grandi tradizioni sono all’origine popular. E’ importante studiare il pop perché parla della nostra storia”.

Come si svolge questo lavoro d’interprete?

“Cerco innanzitutto di coniugare l’interpretazione canora con un’analisi del testo e del contesto storico e sociale, in modo che lo spettatore possa gustare a fondo tutto ciò che sta dietro a una canzone ascoltata forse mille volte ma senza un vero approfondimento; l’originalità sta appunto nella speciale relazione tra l’analisi delle parole e la voce che dà loro vita. L’obiettivo di queste mie ‘lezioni concerto’ è quello di essere un interprete nuovo e insieme classico; nuovo perché, coerentemente con la moderna ermeneutica di Gadamer, mi pongo in una relazione speciale con il testo, che diventa vivo e non è più solo qualcosa di inerte o di scientifico; classico perché assolvo alla funzione della maschera Greca, cassa di risonanza dell’essere, interpretazione del mondo e dei sentimenti dell’uomo”.

Come si può assistere alle lezioni concerto?

“Mi rivolgo a ogni tipo di pubblico: i miei luoghi d’azione sono i più svariati: centri culturali, giovanili, auditorium, scuole, ma anche locali come il Caffè Letterario. Ho poi raccolto alcuni miei “studi” in tre CD: “L’appuntamento”, con brani rock-pop, “L’appuntamento 2″, con brani più melodici e cantautorali, “L’appuntamento 3″, con le prime incisioni dall’atmosfera un po’ retrò; inoltre uscirà presto un DVD”.

Come influisce la passione per il pop nell’insegnamento scolastico?

“Ho un occhio di riguardo per il mondo d’oggi; spesso propongo dibattiti e confronti tra il pensiero antico e quello moderno; nelle terze liceo svolgo l’Ottocento e il Novecento in simultanea per non perdere l’aggancio con ciò che succede intorno a noi”.

E i suoi giovani studenti che rapporto hanno con la musica?

“Molti di loro vengono alle mie lezioni concerto o ascoltano i miei CD e mostrano di apprezzare e voler imparare molto dalla musica. Una tendenza dei giovani d’oggi in generale è quella di essere troppo specifici solo su un genere, il che è limitativo, se non ci si relaziona con le diversità; ci deve sempre essere l’apertura verso altri generi musicali, nello spazio e nel tempo, per ampliare al massimo la propria esperienza estetica”.

Come definiresti la tua voce?

“Ho essenzialmente due registri, uno soft e uno aggressivo. Mi piace uno stile ruvido, infatti spesso sporco la voce dandole aggressività, distorcendo le note.
Preferisco a volte essere dissonante ma autentico per esprimere il mio stato d’animo e il sentimento del testo”.

Cosa ti dà la musica?

“Sul piano personale sviluppa la parte emotiva, creativa e intuitiva di me, il che è una grandissima fonte di arricchimento, dato che specialmente nell’insegnamento sono più concentrato su logica e razionalità. D’altronde il legame filosofia-musica non è certo una novità: Socrate è stato tentato dal mondo musicale, mentre per Shopenhauer la musica mette l’artista in comunicazione con il mondo originario, noumenico”.

Quali sono le tue più profonde convinzioni sulla cultura al giorno d’oggi?

“Oggi la conoscenza è troppo settoriale e specialistica; credo fortemente che vada recuperata una visione dell’uomo globale, a 360°, un atteggiamento neo-rinascimentale, che permetta di esprimersi globalmente e di aprirsi al nuovo”.

E chi più del Prof. Sottocornola può essere il portabandiera di un nuovo eclettismo?

Ringraziamo il Prof. dell’intervista e dei due preziosi CD che ci ha regalato, augurando che passo dopo passo la cultura possa davvero diventare più aperta, innovativa e coinvolgente.

Caterina Migani, BG24100, dicembre 2005

I commenti sono chiusi.