Tra suono, forma e colore:il gesto misterico di uno sciamano

di Agostino Bacchi

Credo che poche persone abbiano cercato un loro personale percorso
espressivo con tanta intensità, con così bruciante fervore come ha fatto
Claudio Sottocornola.
Da sempre, fin da quando ha intuito che poteva esserci un modo per
comunicare il proprio stato d’animo, le proprie emozioni, con un veicolo che
potesse essere recepito universalmente, egli ha cercato di dare una forma
misterica ai suoi messaggi dell’anima.
Lo ha fatto sia per mezzo dell’espressione visiva, sia con la parola scritta, che
attraverso la musica ed il canto. Le conversazioni che come collega ed amico
ho avuto con lui, non sono mai lo stereotipo del saccente, ma l’avvertita ricerca
dei sentimenti dell’umanità che gli si pone davanti. Come filosofo, intende
l’arte come suprema categoria dello spirito e, come tale, ricerca costante dello
strumento comunicativo più adeguato.
I suoi recitals mi danno l’impressione del canto e del gesto misterico e mistico
dello sciamano guaritore. Musica, canto, gesto, forma, colore per comunicare
stati d’animo, cultura.
Ho avuto l’opportunità di vedere alcuni suoi lavori giovanili realizzati a collage
della serie “Eighties/80′s”. Debbo confessare che ne sono rimasto emozionato e
colpito. La continua ricerca del sacro, e dell’eros come segno della vita, è
costantemente presente. La capacità di produrre discorsi incantati,
l’immanenza di un vitalismo fresco, dinamico, gioviale, e di una operosità
benevola, aperta, espansiva.
In qualcuno dei suoi collages, come quello realizzato con “I Blues-Marcolin”
(36), i colori sono per lo più chiari, intimi, puliti; la zona di nero ed il rosso di
metà cerchio esaltano ancor più le qualità rasserenanti dei colori della
composizione. Altri, come “Non si finisce” (40), sono una esaltazione mitica del
movimento vitale, entro uno scenario più chiaroscurale, cromaticamente
complesso. In “Riace” (06) il confronto fra il Kouros e l’atleta-nuotatore che
manca di fiato – forse a causa del moderno vizio del fumo evocato
dall’immagine? – è immediato, ed il trasporto di un moderno totem ricorda i
trionfi di Cesare del Mantegna, conferendo una moderna classicità a tutto
l’impianto.
Fra le composizioni che mi hanno molto affascinato vi è quella con la
“Madonna dal collo lungo” di Andrea del Sarto, la “Natività mistica” di
Botticelli, l’Epifania e la Sacra Conversazione. In mezzo, Sottocornola ha
piantato una strada che realizza una doppia emozione: da un lato il percorso
dei “ragazzi con la Vespa” – il sacro è vita che si vive… -, la stessa strada
restituisce l’immagine di una fonte della vita. E l’effetto compositivo è insieme
di austerità classica e movimento … on the road (come nel mito americano).
Altra composizione che mi ha molto stimolato è quella al cui centro è la
“Visitazione”: in essa compaiono la “Vergine delle rocce” di Leonardo, ovvero il
movimento naturale ispirato e determinato dal sacro; gli anelli-réclame, che
possono alludere allo sposalizio della Vergine; il “Sarto” del Moroni, carattere e
vita attiva; il “Giudizio” di Michelangelo, aspirazione e timore di ogni credente;
la prospettiva contemporanea della veduta di una vetrina; ed una figura che
sembra un’erma senza volto che aspira alla conoscenza di tutto. Bianca. Ma
qui i colori tendono invece a incupirsi e a evocare il mistero, squarciato solo
dagli ori delle aureole.
Ho scelto queste poche opere, ma per lo più mi sembra che su tutte aleggi
quello spirito di felice, intensa ricerca creativa che caratterizza il quotidiano di
Claudio Sottocornola, “sciamano dell’anima”.

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